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Gruppo dell’Antelao

 

 

Da lontano, da qualunque parte o si osservi, l’Antelao assume una caratteristica forma piramidale, particolarmente impressionante dai dintorni di Perarolo di Cadore, dove la vista di questo gigante si presenta improvvisa e ravvicinata a chi giunge dalla pianura.

Il gruppo, con orientamento Nord Ovest – Sud Est, è delimitato dalla valle del Bóite fra San Vito e la confluenza nel Piave, da un breve tratto del Piave fra Perarolo e Calalo e dalla Val d’Oten, con il torrente Molin che sbocca nel Piave presso Calalo. Da Nord Ovest la Forcella Piccola, 2120 m, collega il gruppo alle propaggini della Croda Martora.

La cima principale, il Monte Antelao 3264 m, è la più alta del Cadore e la seconda elevazione delle Dolomiti, dopo la Marmolada. Alla vetta principale si affiancano verso Sud Est, separate da profonde forcelle, la Punta Menini 3177 m, la Punta Chiggiato 3163 m. e la Cima Fanton 3142 m. Il nucleo centrale del gruppo protende a Ovest, oltre Forcella Saltella 2455 m, un contrafforte dalle forme massicce; verso Nord Ovest, dalla cima principale scende una lunga cresta costituita da strati inclinati, spesso anche una decina di metri: sono le caratteristiche Laste, una ripida serie di placche ricoperte di detriti e neve su cui si snoda la via normale di salita all’Antelao. Fra le Laste e il contrafforte occidentale precipita la dirupata Val Saltella. Altre creste, più brevi e ripide, scendono a Nordest e a Sudest dalla Cima Fanton, delimitando un largo versante triangolare al quale si accede attraverso il caratteristico pendio detto Le Scalette. Il versante meridionale del gruppo presenta sulla Val Bóite altissime e complesse pareti rocciose, fasciate alla base da selvaggi pendii detritici e incise da canaloni impervi e franosi.

Verso Nord scendono, dalle alte forcelle di cresta, alcuni ripidi canaloni che alimentano con valanghe due ghiacciai di circo di notevoli dimensioni: il Ghiacciaio Inferiore (o occidentale e il Ghiacciaio Superiore (o orientale).

Nelle carte di fine ottocento era indicato un unico corpo glaciale, ma già il Marinelli nel 1910 aveva riconosciuto la diramazione dei due ghiacciai, che sono separati tra loro da uno sperone roccioso. Il Ghiacciaio Inferiore (18 ha) è circondato su tre lati da ripide pareti e s’incunea con un ampio canalone verso la cima; nella sezione mediana è poco inclinato e assai crepacciato; la fronte è molto sviluppata e sfrangiata; scarsa la copertura morenica. Il Ghiacciaio Superiore (35 ha) si trova sotto le pareti di Cima Fanton, su una sorta di ampia balconata quasi pianeggiante, sospesa verso la Val Antelao; una ripida lingua transfluente si spinge, oltre un’insellatura, verso il Ghiacciaio Inferiore dal quale è oggi separata da un ampio cordone morenico. I due ghiacciai sono stati esplorati relativamente tardi, poiché le vie di salita al monte ne rimanevano distanti: Paul Grohmann non ne fa cenno e ancora Eduard Richter, nel 1888, dubitava che si trattasse di veri ghiacciai.

Solo con i rilievi di Giovanni Marinelli, tra il 1897 e il 1909, il glacialismo dell’Antelao cominciò a essere studiato a fondo e rappresentato correttamente sulle carte topografiche. Da allora questi corpi glaciali sono oggetto di numerose ricerche e di attento monitoraggio. Nel massiccio dell’Antelao vi sono anche due glacionevati: quello di Ciampestrin, sotto la parete orientale di Cima Fanton, quello di Val Salvella in una conca difficilmente accessibile a Ovest delle Laste.

La prima ascensione dell’Antelao è attribuita a Paul Grohmann, che raggiunse la cima nel 1863 con Alessandro e Francesco Lacedelli e con un cacciatore di camosci di San Vito, Matteo Ossi, che probabilmente aveva già effettuato la salita intorno al 1850.

L’itinerario – l’attuale via normale – sale da Forcella Piccola a un valloncello, da cui per rocce si accede al pendio delle Laste, delicato e impegnativo per l’inclinazione costante e sovente per la presenza di neve e ghiaccio. La parte conclusiva, dopo il bivacco Cosi, si svolge ancora su rocce.

E’ un itinerario piuttosto frequentato, ma per alpinisti esperti. La prima invernale di questa via, effettuata il 15 gennaio 1882 dal veneziano Piero Paoletti con la guida cadorina Luigi Cesaletti, rappresenta l’inizio dell’alpinismo invernale delle Dolomiti.

La salita accese un clima di competizione fra le guide cadorina e gli ampezzani: pochi giorni dopo, il 5 febbraio, l’ampezzano Alessandro Lacedelli condusse il tedesco Richard Issler sulla stessa cima.

Nei canaloni settentrionali dell’Antelao furono aperte due vie di ghiaccio più interessanti delle Dolomiti: il Canalone Menini dal Ghiacciaio Superiore dal Capitano degli Alpini. D. Menini e altri, con le guide Pordon e Giuseppe Toffoli, 1886), il Canalone Oppel dal Ghiacciaio Inferiore (la guida O. Oppel, 1931).

La Cima Fanton fu salita per la prima volta nel 1893; l’attuale via normale per le Scalette fu trovata nel 1913 da Berto e Luisa Fanton.

Il maggiore problema alpinistico dell’Antelao era l’immenso versante Sud, di accesso e orientamento assai difficili. La prima via ( una delle più lunghe delle Dolomiti, oltre 1200 m. di dislivello) fu aperta sullo sperone Sudest dagli inglesi John Swinnerton Phillimore e Arthur Guy Sandars Raynor con le guide Antonio Dimai e Zaccaria Pompanin nel 1898.

Nel 1930 Walter Stösser e Fritz Schutt percorsero lo sperone Sud con difficoltà fino al quinto grado. Ancora sulle pareti meridionali furono percorse, nei primi anni Quaranta, tre vie di notevolissimo impegno: la parete Sudovest (Antonio Bettella e Gastone Scalco, 1941), il camino Sudovest (Antonio Bettella e G. Barbiero, 1942),la direttissima Sud (Roger PetrucciSmith e I. Da Col, 1942).

Soprattutto a partire dagli anni Cinquanta e Sessanta furono aperte vie di alta difficoltà sui contrafforti minori e sulle torri che frammentano le creste (va ricordata almeno la solitaria alla Punta Chiggiato per la parete Sud, aperta da Ezio Cozzolino nel 1970). Fra gli exploit più recenti: alcune vie di Renato Casarotto e Maurizio Dall’Omo con difficoltà fino al VII° grado negli anni Ottanta, e un itinerario di Lorenzo Massarotto sulla parete Sudovest nel 1992.

 

 

 

 


1850 - Un cacciatore di camosci di San Vito, Matteo Ossi, molto probabilmente salì il monte Antelao (3263 m.) per la prima volta.

 

1863 – 18 settembre. Il precursore Paul Grohmann sale un altro importante monte: l’Antelao (3263 m.), con Francesco Lacedelli detto “Checco”, Alessandro Lacedelli e Matteo Ossi, che probabilmente aveva già effettuato la salita intorno al 1850.

 

1882 - 15 gennaio. L’attuale via normale dell’Antelao (3263 m.), sale da Forcella Piccola, ed è un itinerario piuttosto frequentato, ma per alpinisti esperti. La prima invernale di questa via venne effettuata dal veneziano Piero Paoletti con la guida cadorina Luigi Cesaletti e rappresenta l’inizio dell’alpinismo invernale delle Dolomiti.

 

1882 - 5 febbraio. In un clima di competizione fra le guide cadorina e gli ampezzani, l’ampezzano Alessandro Lacedelli condusse il tedesco Richard Issler sulla cima dell’Antelao (3263 m.).

 

1886 – Il Capitano degli Alpini. D. Menini e altri, con le guide Pordon e Giuseppe Toffoli aprono una via di ghiaccio delle più interessanti delle Dolomiti nei canaloni settentrionali dell’Antelao: il Canalone Menini dal Ghiacciaio Superiore.

 

1893 - La Cima Fanton (3142 m.), nel Gruppo dell’Antelao fu salita per la prima volta.

 

1898 – Gli inglesi John Swinnerton Phillimore e Arthur Guy Sandars Raynor con le guide Antonio Dimai e Zaccaria Pompanin aprono la prima via ( una delle più lunghe delle Dolomiti, oltre 1200 m. di dislivello) sullo sperone Sudest dell’Antelao.

 

1930 - Walter Stösser e Fred Schütt percorsero lo sperone Sud dell’Antelao con difficoltà fino al quinto grado.

1931 – La guida O. Oppel dal Ghiacciaio Inferiore dell’Antelao apre via di ghiaccio delle più interessanti delle Dolomiti, poi chiamato: Canalone Oppel.

 

1913 – L’attuale via normale della Cima Fanton (3142 m.), nel Gruppo dell’Antelao, per le Scalette, fu aperta da Berto e Luisa Fanton.

 

1941Antonio Bettella e Gastone Scalco intraprendono la salita dei mille metri della Sudovest dell’Antelao. Impresa falsata dalle condizioni proibitive che i due devono affrontare sin dall’inizio. Il freddo, la bufera, i congelamenti li costringono ad usare 90 chiodi (più di quanto sarebbe servito in condizioni normali). In vetta gli amici coi soccorsi evitano che l’impresa si trasformi in tragedia.

 

1942 - Antonio Bettella ritorna sull’Antelao e con G. Barbiero salgono il Camino Sudovest.

 

1970 - Enzo Cozzolino e Luciano Corsi salgono sulla Sud della Punta Chiggiato (Antelao): 700 metri, usando 7 chiodi.

 

1981Renato Casarotto non resta mai fermo e in quel periodo è impegnato sull’Antelao per aprire vie di notevole difficoltà. Con Maurizio Dall’Omo sale 900 metri preceduti da una traversata iniziale di 300 metri su placche di 6b della parete Nord del Monte Ciaudierona.

 

1981Renato Casarotto sempre con Maurizio Dall’Omo, Ernesto Querici e Fiore Piaia aprono sempre sull’Antelao, sulla parete Sud della Cima Cariatide una via che supera in apertura difficoltà di 6b.